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LONDRA SERA
NUMERO 30,
2-8 agosto 2010 
 

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Club di Londra incontro al Royal Thames Yacht Club

Missione Barilla da Parma in tutto il mondo

Si è svolto presso il Royal Thames Yacht Club un pranzo in onore di Paolo Barilla, che si trova a Londra per una missione esplorativa volta a studiare le possibilità di apertura di uno stabilimento per la produzione della pasta per la grande distribuzione in Gran Bretagna ed Irlanda. Negli Stati Uniti un analogo esperimento ha fatto guadagnare alla Barilla circa il 40% del mercato della pasta di qualità. Il presidente del Club, Cav. di Gran Croce Leonardo Simonelli Santi, nell’introdurre il gradito ospite ai prestigiosi commensali ha tra l’altro detto: “Paolo Barilla non è soltanto un industriale. È anche un industriale veloce, perché ha vinto la gara di Le Mans nel 1985. Segue bene la tradizione familiare. Questa è la quinta generazione della famiglia Barilla, affermatasi capovolgendo il vecchio slogan che la pasta era solo napoletana. Senza offendere Napoli, che la pasta la fanno buonissima anche là. Però la Barilla, facendola a  Parma, è riuscita a dimostrare che si fa buona anche a Parma e poi nel mondo. Infatti, adesso produce negli Stati Uniti, Turchia, Grecia e forse in futuro anche in Inghilterra; perché in Inghilterra riteniamo ci sia un mercato importante. Questa è la ragione per cui credo abbiamo il piacere di avere anche Paolo Barilla questa sera”. Infine, il presidente del Club di Londra, dopo aver ringraziato tutte le persone che hanno reso questo

in LONDRA SERA

MISSIONE BARILLA

Vedi in FOTO CRONACHE
la
Gallery dell'Incontro al Royal Thames Yacht Club

incontro possibile, ha passato la parola a Paolo Barilla, Deputy Chairman Barilla Groups S.p.A. “La nostra è una storia di famiglia - ha spiegato Paolo Barilla -, una lunga storia che inizia nel lontano 1877. Oggi siamo arrivati alla quinta generazione. C’è stata una continuità fino al 1971 quando, a guida della società c’erano mio padre e mio zio. In quel momento, per necessità direi sia personale sia di business, hanno deciso di vendere la società, per cui si è interrotta una storia che è molto lunga. I fratelli hanno deciso di vendere e l’acquirente è stato una società americana, la Greys, e per un periodo che va dal 1971 al 1979 la società è stata in mano a una compagnia straniera. Mio zio in Svizzera, mio padre rimasto in Italia, con delle difficoltà legate alla sua vita personale e al suo lavoro. Bisogna considerare che nel 1979, una persona di 66 anni in genere si ritirava dal lavoro per godersi la meritata pensione, mentre oggi una persona a 66 anni è una persona molto dinamica ed attiva, con una carriera ancora davanti a sé. Quindi, nonostante l’attitudine tradizione di quel tempo, nostro padre, malgrado i suoi 66 anni compiuti, decise di impegnarsi per riconquistare la società. Finalmente ritornò alla guida di quello che era la sua grande passione. L’ha fatto con l’aiuto di una signora svizzera, che è tuttora socia della società”. “Lui aveva visto nell’interruzione anche un tradimento verso la storia passata, perché aveva sempre considerato la società ricevuta dal nonno un dono; per cui avendo interrotto quella storia di famiglia, gli venne il desiderio di riprendere le redini di questa bellissima impresa, al fine di poter trasmetterla un giorno alla nuova generazione. Questo è avvenuto in maniera molto compiuta, visto che nostro padre è scomparso nel 1993, all’età di 80 anni. Ha lavorato fino all’ultimo giorno della sua vita: era uscito dall’ufficio a farsi una passeggiata. Ci ha lasciato una bellissima società con le sfide. In quel momento la sfida era la sfida internazionale. All’inizio degli anni ’90 la società fatturava il 90% in Italia ed il 10% all’estero. Per cui è stato compito nostro, per renderla più solida, d’internazionalizzare quella che era una storia essenzialmente italiana. Per cui in quel momento abbiamo iniziato ad investire in Europa e negli Stati Uniti. Ci siamo impegnati molto, tra cose ben fatte e qualche errore. Perché gli errori fanno parte della storia imprenditoriale e oggi ci troviamo un Gruppo che ha la maggior parte del fatturato all’estero. La Barilla fattura 4 miliardi di euro, di cui il 45% in Italia, il resto è in Europa ed il 10% negli Stati Uniti, dove abbiamo due stabilimenti”. “Abbiamo una quota di mercato del 28% ed abbiamo raggiunto una leadership dovuta in parte alla nostra capacità di continuare ad investire, ed in parte al fatto del saper confezionare un prodotto di una qualità superiore a quella che si trova nei mercati esteri. L’elemento ‘qualità- identità’ della pasta è, ovviamente tutto italiano, e questo ci fornisce un tappeto rosso steso davanti a noi, perché la pasta nel mondo è italiana. Questa situazione non l’abbiamo creata noi, l’hanno creata soprattutto le persone che sono uscite dall’Italia, gli emigrati italiani che hanno aperto ristoranti, diffondendo così una certa cultura gastronomica. Il risultato? I produttori di pasta si son trovati - senza sforzarsi e senza fare tanta pubblicità - con delle legioni che avevano già una volontà di accettare il  mediterraprodotto italiano”. La nostra Società possiede una parte importante del mercato statunitense e sudamericano. Il Messico oggi rappresenta una fetta importante per il nostro Gruppo, con 400 milioni di euro. Siamo in una posizione privilegiata perché possiamo agire da leader, anche se soffiano venti di recessione. Cosa sta accadendo nel mondo alimentare? Fortunatamente non abbiamo sofferto del calo drammatico che c’è stato in altri settori. Il fatturato non è sparito, è rimasto. C’è stata molta tensione sui margini e nelle relazioni con il nostro primo interlocutore,  che sono le catene di distribuzione, le quali hanno offerto molta convenienza ai loro consumatori con sconti e promozioni. Comunque, c’è grandissima stabilità grazie alle offerte e alle promozioni”. “Cosa vogliamo fare per uscire in maniera solida da questo periodo che sarà un periodo lungo? Noi pensiamo di investire molto sull’italianità. L’Italia ha un valore. Sicuramente nel settore  del cibo il Bel Paese è riconosciuto, grazie anche a tante persone che hanno lavorato bene in giro per il mondo. La dieta mediterranea è considerata uno dei migliori stili alimentari del mondo. Gli stessi governi ammettono che bisogna affrontare gli enormi problemi di salute di una popolazione sempre più portata all’obesità, particolarmente nei Paesi anglosassoni. L’alimentazione influisce sullo stato della salute dell’individuo e la dieta mediterranea ha una grandissima possibilità di affermarsi, dal punto di vista non solo gastronomico ma anche nutritivo. Per noi italiani è un’opportunità da non perdere. L’Italia è un paese piccolo che esprime delle forze grandissime Queste sono l’attrattività del territorio, l’attrattivita per l’arte e per lo stile di vita italiano e sicuramente l’attrattività per quello che rappresentiamo nel mondo della gastronomia”. “La Barilla ha un’origine industriale, ha cercato di fare dei buoni prodotti, però oggi dobbiamo allargare la nostra competenza e la nostra cultura e diventare portatori di valori per quelli che sono i nostri clienti. Il territorio, la gastronomia, il modo di sapere fare certe cose diventano un fattore di vitale importanza, molto di più che in passato. Di conseguenza, abbiamo riorganizzato molte delle nostre operazioni per focalizzarci su questi temi molto importanti. Da questo deriva il nostro Gruppo in futuro si occuperà della cultura della nutrizione e della sostenibilità. Si potrebbe addirittura ridefinire il termine ‘Corporate Social Responsibility’, interpretandolo come fattore primordiale di valore per elevare l’impresa ad un altro livello. Per la Barilla la ‘Corporate Social Responsibility’ rappresenta un elemento chiave per la sostenibilità e la ‘viabilità’ dell’impresa. Avendo ormai raggiunto 130 anni, pensiamo ai prossimi 130 anni; se la Società saprà superare le difficoltà con soluzioni adeguate per tutti, non morirà mai. Questo significa saper fare le cose giuste”.

in LONDRA SERA

MISSIONE BARILLA

CLUB A LONDRA
Incontro al Royal Thames Yacht Club
Leggi l'articolo pag 1 Numero 30 Royal Thames Yacht Club

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