Privacy Policy
Home
This Week
FOTO CRONACHE
Gallery
Contact

LONDRA SERA
NUMERO 34, 30-5 ago/sett 2010 
 

Stampa questa pagina

Bookmark and Share

pagina 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16

 

 

 

 

La valorizzazione del patrimonio
storico-industriale

Che oggi esista qualcosa dal nome ‘archeologia industriale’ e ‘turismo industriale’ è un dato ormai noto, benché soltanto poco più di una decina di anni fa, in Italia questi termini avrebbero lasciato perplesso più di uno tra i fruitori di musei o di esperienze culturali. Il nostro Paese può contare ormai su una caratteristica e ricca tradizione industriale, che naturalmente ha contribuito alla composizione della sua ricchezza economica, ma che ha influenzato significativamente anche la conformazione sociale e culturale della Nazione. Il tempo del lavoro condiziona il tempo della vita, detta ritmi e contenuti attorno ai quali ruotano le restanti sfere dell’esistenza delle persone: il momento della produzione evidenzia i bisogni dell’epoca nel tentativo di soddisfarli e parallelamente ne induce di nuovi, modificando i costumi; rende disponibili gli oggetti e i servizi da acquistare ma nel contempo anche le risorse economiche individuali per poterlo fare, contribuendo a creare stratificazione sociale; si fa indicatore del livello di tecnologia corrente di una società ed insieme ne traccia le linee future; si interfaccia con risorse e territorio ma nello stesso tempo lo sfruttamento ne modifica quantità, qualità e forma.

Avvicinarsi alla conoscenza del patrimonio industriale significa beneficiare di un osservatorio privilegiato, da cui poter osservare tutti questi aspetti attraverso i segni della loro interrelazione, ambientando opportunamente il valore delle manifestazioni del lavoro nella vita sociale. Sul ‘corpo’ della materia, dunque, non si discute mentre è necessario s o f f e r m a r s i sugli aspetti della valorizzazione del patrimonio industriale che r i g u a r d a n o modalità e s i g n i f i c a t o nella fruizione. Per ri-scoprire queste risorse della cultura materiale, negli ultimi anni si sta assistendo allo sviluppo di associazioni legate alla valorizzazione della cultura d’impresa e del patrimonio storico d’impresa, oltre a felici intuizioni all’interno delle imprese stesse come la costituzione di archivi e musei d’impresa, l’organizzazione di eventi nelle fabbriche. La formidabile leva di cui dispone il patrimonio industriale consiste nell’essere, come si è visto, intimamente legato alla vita vissuta . Banalizzando, ciascuno frequenta e si relaziona con oggetti e forme, che diventano abitanti e compagni naturali della vita. Proprio quegli oggetti hanno alle spalle e sono essi stessi il patrimonio industriale di cui si sta parlando: viviamo e siamo contemporanei alla nostra cultura materiale, non vi è bisogno di accoglierla come si farebbe con una materia estranea o con l’esercizio di una disciplina esterna all’esperienza diretta. La nostra cultura materiale è l’attuale ultima trasformazione di un’evoluzione storica che partendo dagli scenari protoindustriali è giunta fino a noi. È la stessa differenza che passa tra imparare una lingua straniera studiandone regole e grammatica oppure sperimentandola quotidianamente, e necessariamente, per condurre la vita di tutti giorni. Ebbene, vale la pena utilizzare al meglio questa ‘immersione’ culturale quando si parla di patrimonio industriale, giocando, veramente giocando, con esperienze e ricordi, oggetti e immagini, dai quali può nascere la curiosità e il desiderio di conoscere. Accostarsi alla cultura materiale attraverso questo approccio, significa conservarne il naturale carattere non scolastico, ancora più utile considerando che il patrimonio industriale accoglie in se e mette in relazione diverse materie normalmente insegnate, come storia e geografia, economia e sociologia, meccanica e fisica, solo per citarne alcune: quale miglior freccia all’arco dell’efficacia di un museo, di una mostra, di un testo o di qualsiasi altro veicolo di cultura, divulgare scienza attraverso esperienze di vita reale?

Cambiando prospettiva e volgendo lo sguardo verso una prospettiva di rilancio economico del Sistema-Paese, parlare di spessore storico delle attività manifatturiere nazionali e locali, delle capacità e delle competenze alla base di successi industriali che ancora oggi sanno affascinare, rappresenta un approccio non forzato per veicolare motivi di orgoglio e di coesione nazionale. Il ‘Made in Italy’, oggi, non dovrebbe prescindere da simili leve culturali per riaffermare valore, credibilità e attenzione in un mercato particolarmente vasto, tendente all’omogeneizzazione verso il basso, ma nel quale, ancora, non si possono copiare o inventare dal nulla storie aziendali capaci di attraversare i marosi delle fluttuazioni economiche, il giudizio dei clienti, le prove del progresso. Forse non è un caso che esperienze di valorizzazione storica spesso fioriscano nelle fasi di maggior successo, in q u a n t o autocelebrazione, o di difficoltà d e l l e aziende, perché far emergere la ricchezza di ciò che si è saputo fare può accresce il valore di ciò che si farà. (F.G.L.Tafter)


"Londra Sera" dal nostro Archivio
centinaia di foto con VIP Italiani

 

 

 

 

Puntualmente
ogni settimana
le notizie che contano
della nostra Penisola

 

info@londrasera.com | redazione@londrasera.com | corrispondenza@londrasera.com | editorial@londrasera.com | giovannigreco@londrasera.com